Angelus novus by Benjamin Walter

Angelus novus by Benjamin Walter

autore:Benjamin Walter
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
pubblicato: 2012-10-07T22:00:00+00:00


Una cosa risulta chiara proprio da questo folle, indegno miscuglio di lode e di biasimo: che il contenuto mitico dell'opera era presente, se non alla comprensione, almeno al sentimento dei contemporanei di Goethe. Non è più così oggi, che la tradizione centenaria ha compiuto la sua opera e ha quasi sepolto la possibilità di un a conoscenza originale. Quando un'opera di Goethe, oggi, suona strana o ostile al suo lettore, un silenzio presto imbarazzato s'impadronisce di lui e soffoca la vera impressione. - Con gioia non celata Goethe salutò i due che si pronunciarono, per quanto debolmente, contro questo giudizio. L'uno fu Solger e l'altro Abeke n. Quanto alle parole benintenzionate del primo, Goethe non ebbe pace finché non p resero la forma di una critica in cui erano messe in evidenza. Poiché in esse egli ritrovava l'elemento umano, civile, che l'opera mette così intenzionalmente in mostra. A nessun altro esso sembra aver oscurato l'intuizione del contenuto fondamentale come a Wilhelm von Humboldt: «Vi sento soprattutto mancare il destino e la necessità interna», è il suo strano giudizio.

Goethe aveva una duplice ragione per non assistere in silenzio al conflitto delle opinioni. Doveva difendere la sua opera - ed era la prima. Doveva custodire il suo segreto ed era la seconda. L'una e l'altra cospirano a dare alle sue spiegazioni ben altro carattere da quello di un'interpretazione. Esse hanno un tratto apologetico e mistificatorio, che si congiungono a meraviglia in quello che è il l oro testo fondamentale: e che si potrebbe chiamare l'apologo della rinuncia. In esso Goethe trovava il punto fermo per negare al sapere un accesso più intimo. Inoltre esso poteva servire da risposta a più di un attacco filisteo. Così Goethe lo formulava nel colloquio che, tramandato da Riemer, ha determinato, da quel momento, l'immagine tradizionale del romanzo. Egli dice che la lotta della morale con l 'inclinazione è «trasferita dietro le quinte, ed è chiaro che deve essere già avvenuta p rima. I protagonisti si conducono da persone distinte, che in ogni interno dissi dio conservano pur sempre il decoro esteriore. - La lotta della moralità non si presta mai ad una rappresentazione estetica. Poiché una delle due: o la moralità vince, oppure è sopraffatta. Nel primo caso non si sa che cosa sia stato rappresentato e perché; nell'altro è indecoroso assistervi; poiché alla fine un qualche elemento deve pur dare il sopravvento ai sensi sulla moralità; e proprio questo momento non è concesso dallo spettatore, che ne pretende un altro ancora più forte, che un terzo rifiuterà sempre quanto più è morale egli stesso. - In queste rappresentazioni deve sempre vincere il senso, ma punito dal destino, cioè dalla natura morale, che riscatta la propria libertà nella morte. - Così Werther deve uccidersi, dopo aver lasciato che la sensualità s'impadronisse di lui. Così Ottilia deve "karterein" [Greco: soffrire], e Edoardo anche, dopo aver lasciato libero corso alla loro inclinazione. Solo ora la moralità celebra il suo trionfo». A queste frasi ambigue, come anche altrove a



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